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Roma, abusi sulle bambine di una scuola elementare. Condannato il "maestro" di musica.

Condannato, grazie alle testimonianze delle piccole vittime e di una suora dell’istituto dove il cinquantenne insegnava. Una delle bambine ha trovato il coraggio di parlarne con la mamma avviando le indagini: cinque anni al maestro.

La vicenda inizia nel 2013, quando il maestro, un insegnante di musica, sfruttava le sue lezioni per palpeggiare le piccole alunne indifese. Un vero calvario, quello che è stato ricostruito dalla procura e che ha portato alla reclusione per 5 anni, riconoscendo il cinquantenne colpevole.  Il pm aveva chiesto otto anni di carcere. All’imputato è stata anche riconosciuta l’aggravante dell’affidamento per ragioni legate all’istruzione.

Aspettava l'inizio delle lezioni

Nella tranquillità delle aule della SCUOLA DELL'INFANZIA FIGLIE DI NS.SIGNORA DEL SACRO CUORE, nel quartiere Portuense di Roma, dove avrebbe dovuto svolgere le sue lezioni, si consumavano attenzioni morbose e compulsive, approfittando di quel tempo che anziché essere dedicato alla musica, veniva invece usato per allungare le mani su quelle povere bambine indifese. Comportamenti equivoci, ossessivi e carezze è quanto emerso dalle indagini ed è anche il dramma vissuto dalle piccole alunne.

La prova delle molestie.

A supportare le testimonianze delle piccole è stata una consulenza tecnica del pubblico ministero, con la quale la neurologa Angela Giganti e la psicologa infantile Marilena Mazzolini, hanno appurato come nelle deposizioni delle bambine fossero ricorrenti i tipici indicatori psicologici che forniscono la prova delle molestie. A rafforzare il quadro accusatorio c’è stato anche il racconto di una suora dell’istituto. Per lungo periodo le vittime hanno sofferto in silenzio, forse anche domandandosi se quello che stava loro accadendo fosse giusto o no, fino a quando una di loro riuscì a raccontare alla mamma quello che stava accadendo. Questa segnalò alla preside della scuola l'accaduto, la quale sospese l'insegnante.

La difesa

Gli avvocati Giulia Cassaro e Alessandro De Federicis hanno dichiarato che faranno appello sostenendo che: «Molti genitori però durante il processo hanno reso dichiarazioni a favore del docente».
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